L’origine del Comune è legata ad una leggenda: Palinuro, il nocchiero di Enea, costeggiando le coste dell’attuale Cilento, s’invaghì di una bellissima fanciulla di nome Kamaratòn. Ella non ricambiò l’amore di Palinuro, che, disperato, la inseguì nel fondo del mare, perdendo così la vita. Venere, dea dell’amore, sdegnata per la crudeltà di Kamaratòn, la trasformò in roccia, proprio l’attuale sperone su cui sorge l’abitato di Camerota capoluogo, condannandola a guardare in eterno il suo amante respinto.
Molto più realisticamente, pare che Camerota sia stata fondata nel VI sec. a.C. dai Focei, la stessa popolazione greca che fondò la città di Elea - Velia. Il suo nome probabilmente deriva dal greco Kamaratòn, cioè costruzione ad arco. Ciò sembra convalidato dal fatto che, nella zona, sono presenti numerose grotte naturali a volta o, secondo alcuni studiosi, da una tecnica di costruzione caratteristica di Camerota capoluogo, il cui modulo fondamentale è l’arco a tutto sesto.
La cittadella si sviluppò intorno ad un castello fortificato negli anni 535-553, durante la guerra tra i Goti ed i Bizantini; si succedettero numerose dominazioni: normanna, araba, sveva, angioina, aragonese sino al recente periodo della dinastia borbonica conclusosi con l’unità d’Italia.
Pur essendo una città fortificata, fu occupata e saccheggiata più volte dai
pirati saraceni, che la occuparono dall’868 al 915. Il castello di Camerota
era nel 909 la seconda roccaforte del Cilento, assieme ad Agropoli.
Nel luglio del 1552 la potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut
Bessà, assalì la cittadella devastando, saccheggiando e uccidendo. Molti furono
fatti prigionieri. Dopo tali eventi furono ristrutturate e costruite molte
torri di avvistamento.
Stefania Maffeo